martedì 7 agosto 2012

Un illuminato

IDIOT 

Some say I am an idiot, 
Some say I am a total nut, 
Some say I am lazy, 
Some say I am crazy. 

I care and I really don’t care what they say, 
Patiently I have to accept what comes my way. 

I know I am going to die soon, 
That will be my biggest boon. 
My life like a candle has been lit, 
Suicide sadly is forbidden to commit. 

Fool make money some people shout, 
Poetry you will die broke without a doubt. 
I must write I keep telling them, 
I have been given the signs to use the pen. 

IDIOTA 

Alcuni dicono che sono un idiota, 
alcuni dicono che sono uno svitato totale, 
alcuni dicono che sono indolente, 
alcuni dicono che sono matto. 

Tengo conto e davvero non tengo conto di ciò che dicono, 
pazientemente devo accettare ciò che mi capita. 

So che presto morirò, 
che sarà la mia più grande fortuna, 
la mia vita come una candela è stata accesa, 
commettere suicidio purtroppo è proibito. 

Gli sciocchi fanno soldi qualcuno grida, 
poesia tu morirai in miseria senza dubbio. 
Io devo scrivere, devo continuare a dire loro, 
che mi sono stati dati i segni di usare la penna. 

L’autore si chiama Mohit Kailashnath Misra, che si definisce un poeta-filosofo di Pune, India. Dopo il diploma in scienze, ha lavorato nella marina mercantile come ufficiale di coperta sulle petroliere. Durante un viaggio dal Sudafrica al Sudamerica, all’età di 24 anni, entrò in uno stato di samadhi, o illuminazione. nel mezzo dell’Oceano Atlantico, mentre stava praticando una meditazione. All’età di 33 anni è diventato poeta a tempo pieno e ha dedicato gli ultimi anni a scrivere il libro. Sostiene che “Fu una chiamata profonda e mi furono dati segnali persistenti dall’universo affinché diventassi poeta per condividere la conoscenza divina che ho ricevuto, al fine di sollevare l’umanità e unire le religioni”

In una presentazione forse scritta dallo stesso Misra, la sua raccolta di poesie Ponder Awhile, “Rifletti un momento”, (2006) è descritta come “elaborata classicamente al modo dei saggi”, che “ci fa partecipi delle complessità della vita come una semplice e accessibile dose di roba dello spirito e dell’anima" (sic: a simple and accessible dose of spirit and soul stuff). Ogni strofa delle 51 poesie del libro “getta una luce sulla nuova alba della parola illuminazione”. Le poesie sono “necessarie, irresistibili e evolute”. Il poeta “incoraggia l’introspezione, la scelta, la mediazione e la ricerca di un significato più profondo”, ecc. ecc. ecc. 

Insomma, un altro che ci prova, dopo Osho Raineesh e il Maharishi Mahesh Yogi, quello che incantò per un certo tempo i Beatles e Mick Jagger, per una volta uniti nella ricerca spirituale. Mi viene in mente cosa scrisse Paul McCartney dopo la sbornia Hippy-Hare-Krishna-Hare-Hare: 

Day after day, 
Alone on a hill, 
The man with the foolish grin is keeping perfectly still 
But nobody wants to know him, 
They can see that he's just a fool, 
And he never gives an answer, 
But the fool on the hill, 
Sees the sun going down, 
And the eyes in his head 
See the world spinning 'round.

 

Qualcuno nei commenti all’opera ha paragonato Misra a Kalil Gibran, ma proprio non mi sembra il caso: siamo agli antipodi come cultura e talento poetico. Io penso che la poesia che ho riprodotto sia la cifra della sua attitudine. Di certo sulla petroliera in mezzo all’Atlantico non fu toccato dalle Muse.

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