giovedì 9 giugno 2011

Patti e il dodo


SLEEP OF THE DODO

The dodo sleeping, dreaming of himself,
lost in his daily doings. His wife mounted
in a menagerie of mogul extremes.
His children born and slain for sport,
with nary a nod save the wind,
echoing an old dance tune.

Funny squawks: coracoo, coracoo
swept by mist into the grotto,
the sugar plantation. Funny beaks
bobbing the swamp's dreaming pond.
Comic bodies washed up on the craggy
shore. Funny bones, then no more.

The sun hung, bled into the clouds.
God's bloodshot eyes, such sad surprise.
The dodo awoke, and seeing them,
slowly closed his own again.
Out of this world, into the indistinct
memory of a line that had forgotten itself.



IL SONNO DEL DODO
(traduzione di Robin Benatti)

II dodo dormiva, sognando di se stesso,
perso nelle faccende quotidiane. La moglie salì
in un serraglio di titaniche estremità.
I suoi bambini nati e uccisi per sport,
senza un cenno del capo salvo il vento,
riecheggiando una vecchia melodia da ballo.

Bizzarre grida d'uccelli: coracoo, coracoo
spazzate dalla nebbia nella grotta,
la piantagione di zucchero. Bizzarri becchi
muovono su e giù lo stagno sognante della palude.
Buffi corpi gettati dalle onde sulla sponda scoscesa.
Bizzarre ossa, poi nulla più.

II sole restò sospeso, sanguinò nelle nuvole.
Gli occhi di Dio iniettati di sangue, che triste sorpresa.
Il dodo si svegliò, e vedendoli,
chiuse lentamente di nuovo i propri.
Fuori da questo mondo, nella vaga
memoria di una linea che aveva dimenticato se stessa.

Da Patti Smith, Presagi d’innocenza. Poesie, Frassinelli, 2006


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